
Color correction o correttore: a voi l’ardua sentenza
A volte, capire le differenze fra l’enorme offerta di cosmetici presenti sul mercato è come cercare di risolvere il “Quesito della Susi”: impossibile.
Le differenze fra i vari prodotti sono a volte veramente minime e, diciamocelo, non sempre ben spiegate.
Cerchiamo di fare ordine.
Il correttore è un prodotto ad alta coprenza color carne, che si sovrappone all’imperfezione di turno. Ci sono varie consistenze, da scegliere a seconda delle zone: per il contorno occhi e per zone ampie, è preferibile una texture ‘morbida’ e lavorabile, per un brufolo o una macchia piccola su una zona meno delicata, possiamo usare correttori dalla texture più ‘strong’ (penso al correttore “secret camouflage” di Laura Mercier). L’applicazione può essere eseguita con le dita, pennelli o spugnette. Io prediligo le dita perché scaldano il prodotto rendendolo più lavorabile, oppure un pennellino sottilissimo per andare sul brufolo con la massima precisione.
Il correttore va sempre fissato con una delicata spolverata di cipria facendo attenzione a non spostarlo su altre aree.
La color correction invece è composta da una famiglia di correttivi che neutralizzano il colore della discromia.
Sottile differenza, ma sostanziale.
Teoricamente, il limite del correttore tradizionale è che se non si azzecca il colore giusto il difetto viene evidenziato e il risultato finale è poco naturale, mentre la color correction va a correggere cromaticamente l’imperfezione risultando più naturale.
Un rapido excursus fra i colori disponibili e la destinazione d’uso.
Verde: corregge i rossori; utile anche per chi soffre di couperose: provate ad aggiungere una piccolissima quantità di correttore verde in polvere al fondo o alla crema idratante da applicare sulla zona (io ne ho uno ottimo di Everyday Minerals).
Viola: si usa per illuminare un colorito spento (io ho il primer di Becca viola che consigliato a Gigia di proprio per i giorni in cui voglio ravvivare l’incarnato).
Giallo: mimetizza le occhiaie tendenti al viola soprattutto dei coloriti più scuri e olivastri senza dare un effetto pesante come farebbe quello carne.
Salmone/arancione/pesca: se le occhiaie tendono al blu, meglio usare un correttore pesca (utile in sfumatura chiara anche per mimetizzare macchie da cloasma); in tonalità molto scura è indicato per coprire i lividi.
Blu/azzurro: contrasta l’arancione, quindi può aiutare con le macchie da cloasma.
In un certo senso, anche la grande famiglia degli illuminanti può rientrare tra i prodotti per la color correction.
La color correction serve soprattutto a persone con aree del viso che presentano forti e diverse discromie e vogliono un effetto molto naturale.
Personalmente, io uso ‘un po’ di quel che ci vuole’: ad esempio uso il caro vecchio correttore di MAC o di Catrice sul brufolo malvagio se non è troppo arrossato; qualora fosse molto arrossato andrei di color correction verde.
Per gli occhi, avendo borse e non occhiaie, uso una tecnica tutta mia (non è vero, me l’ha insegnata anni fa l’amico Gigi Tavelli e l’ho rivista sul canale di Wayne Goss), che troverete nel post apposito.
Mi piace molto, come ho detto più sopra, usare un illuminante viola per ravvivare un po’ tutto il viso (tranne sulle borse), colore che ho scoperto grazie alla linea di Becca Cosmetics.
Concludendo: fatevi fare dei tester e provate, prendete manualità: sono prodotti altamente performanti che possono fare la differenza, ma non sono certamente prodotti semplici. Il rischio clown è dietro l’angolo. Sperimentate, ragazze, e divertitevi!

Vuitton, Prada, Hermes? No, borse.
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