Acne tardiva e invecchiamento cutaneo – le cure dermatologiche
Ho letto recentemente un articolo della dermatologa Magda Belmontesi, che ho trovato molto interessante e che vi riporto, avendo avuto modo di parlare con alcune di voi che mi manifestavano questo problema.
L’ho trovato il perfetto completamento “medico dermatologico” dell’altro post dedicato all’acne in età adulta, che ha un approccio più “olistico”.
“Il problema dell’acne tardiva è in costante aumento. Si tratta di una pelle con microcisti sottocutanee, pori dilatati, comedoni, cute opaca e spenta, aspetto lucido e grasso nella zona a T, contrapposto a una pelle più secca e disidratata nel resto del viso. A questi fattori si associano, in età matura, quelli più caratteristici dell’invecchiamento, come l’ispessimento dello strato corneo (ipercheratosi), la perdita di luminosità e morbidezza, il colorito non uniforme (discromie, ipermelanosi), rughe e rilassamento cutaneo.
Le cure dal dermatologo
Per trattarla le cure dermatologiche sono diverse, a seconda della gravità e degli inestetismi provocati.
Trattamento d’elezione è il peeling a base di acido salicilico. In caso di esisti cicatriziali, è ideale un peeling medio a base di acido tricloracetico: la stimolazione agisce in profondità nella cute inducendo un naturale processo di riparazione con formazione di nuovo collagene e rigenerazione di nuove cellule cutanee.
Acne e aging: una strategia mirata
Alla base d’invecchiamento cutaneo e imperfezioni c’è l’instaurarsi di un vero e proprio circolo vizioso. Da un lato, a scatenare l’invecchiamento intrinseco, agiscono fattori quali i raggi UV, il fumo e l’inquinamento, responsabili della produzione di radicali liberi, molecole instabili che inducono lo stress ossidativo nelle cellule, determinando un danno genetico. Dall’altro, concorrono a favorire la comparsa delle imperfezioni cutanee, cambiamenti ormonali, stress, utilizzo di prodotti non adeguati.
Fattore comune di entrambe le problematiche, l’ipercheratosi, ossia la cheratinizzazione eccessiva, un processo che può causare l’occlusione dei pori, impedendo la normale secrezione di sebo. Rallentando il ‘turn over’ cellulare, lo strato corneo si ispessisce e, non esfoliandosi correttamente, determina la formazione di squame disorganizzate che rendono la pelle opaca, priva di luminosità ed elasticità superficiale, con micro-rugosità più accentuate.
Con l’età, inoltre, i pori si dilatano, per effetto del rilassamento cutaneo e per stimolazione dei recettori ormonali a livello delle ghiandole sebacee, e aumenta la propensione all’infezione. Arrossamenti e cicatrici, postumi di un’acne, non fanno che peggiorare l’aspetto cutaneo globale, creando problemi di iperpigmentazione post infiammatoria, depressioni, arrossamenti e ruvidità.
Di fronte a tali problematiche, serve quindi una strategia mirata, capace di trattare sia le cause dell’invecchiamento cutaneo che quelle delle imperfezioni. Tra gli attivi di ultima generazione, l’acido dioico, molecola di origine naturale multifunzionale, in grado di agire come depigmentante cutaneo e come regolatore della produzione di sebo e della differenziazione epidermica. Sempre utile l’azione degli idrossiacidi. A partire dall’acido salicilico, capace di esfoliare le cellule epidermiche superficiali. ITra gli alfaidrossiacidi (AHA), caratterizzati da un’azione più delicata dei primi, l’acido glicolico che, grazie alla sua ridotta molecola, penetra facilmente nell’epidermide, attenuando le rugosità superficiali e aumentando la luminosità cutanea. Per completare, l’acido citrico, che desquama delicatamente e schiarisce lievemente la pelle.”

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