
Korean Skincare: la routine per avere una pelle di cristallo. Ma sarà proprio vero?
Da qualche anno, la Corea è diventata un punto di riferimento importante nel mondo dello Skincare: pensiamo soltanto alle BB cream e alla diffusione massiccia dell’uso di maschere.
Il tutto divulgato dalle case produttrici con attenzione certosina: endorsment da personaggi famosi, articoli su riviste e siti ma soprattutto da molte YouTuber coreane e giapponesi di ogni età che possono letteralmente vantare una pelle di cristallo anche a 50 anni e oltre, solo grazie a questa routine.
Sephora, grande cartina di tornasole per intercettare i trend in arrivo, ha dedicato un intero corner alla Korean Beauty, quindi è un fenomeno su cui i grandi brand cosmetici punteranno parecchio. Anche molte youtuber nostrane ne parlano fin troppo entusiasticamente quindi, ho drizzato le antenne.
Ci sarà presumibilmente nei prossimi mesi un florilegio di prodotti e un martellamento mediatico, quindi è bene arrivare preparate: se non ne avete sentito mai parlare, vi faccio un breve sunto delle varie versioni (le differenze sono minime), commentando passo per passo.
Premetto che gli INCI che ho visto finora vanno, per i miei standard, dal “ma anche no”, al “che è un film horror?”…
Ma veniamo a noi.
La parola d’ordine dell skincare coreana è “stratificare” e prevede mediamente 9/10 passaggi, tempo, denaro e infinita pazienza…
– Prima tappa, la DETERSIONE DOPPIA: sappiamo tutti che la detersione mattino/sera è fondamentale per preparare la pelle a ricevere i trattamenti.
Le nostre colleghe coreane adottano la “doppia pulizia”: dapprima, un passaggio con olio o detergente a base oleosa per dissolvere i cosmetici più tenaci: ad esempio solari e il make-up waterproof; successivamente eseguono una seconda passata con un detergente “normale”, preferibilmente schiumogeno, per pulire la pelle completamente.
E’ un ragionamento logico: quando uso solari o cosmetici waterproof, faccio esattamente così, tranne che il mio detergente e’ poco schiumogeno. Se sono in un periodo di “pelle pazza”, ovvero iper reattiva, NON uso il Clarisonic nella seconda passata e uso solo il mio detergente, che è estremamente delicato.
Se vi piace questa tecnica, due consigli:
1) nel primo passaggio, ad occhi ben chiusi, massaggiate con movimenti circolari l’olio o il detergente a base oleosa su pelle umida per 30/40” su tutto il viso. Più massaggiate, più l’olio “aggancerà “ i prodotti e li rimuoverà facilmente.
2) usate poco prodotto, sia per quanto riguarda l’olio che per quanto riguarda il detergente. In questo caso, la manualità (e la pazienza) è fondamentale.
3) scegliete sempre, skincare coreana o no, detergenti delicati e con un ph simile a quello della nostra pelle. Ovvero con valori che oscillano intorno a 5,6. Come si misura? Con le cartine di tornasole che si comprano in farmacia.
– Seconda tappa, ESFOLIARE. Le nostre colleghe esfoliano mediamente con scrub classici o enzimatici (a base di AHA o BHA), 3/4 volte alla settimana e alcune tutti i giorni; personalmente mi trovo in totale disaccordo, soprattutto per le nostre delicate e sottili pelli adulte over 45 e soprattutto in estate quando esfoliare significa assottigliare lo strato corneo della pelle esponendola ancor di più agli “insulti” dei raggi solari.
Tutti i trattamenti con acidi andrebbero sospesi ad aprile e ripresi a settembre, usando sempre e comunque un’adeguata protezione. Inoltre esfoliare con acidi cosi spesso è, a mio parere un errore cosmetico piuttosto importante e con potenziali effetti collaterali molto indesiderati. Strabocciato.
– Terza tappa, TONIFICARE. Questo passaggio è positivo per riportare la pelle ai valori di ph corretti dopo i vari passaggi (il ph della pelle viaggia tra 4,2 e 5,6).
– Quarta tappa, i SIERI LEGGERI altresì detti poeticamente “essenza”. Le amiche coreane considerano questo passaggio il cuore di tutta la faccenda e si scatenano con “essenze” (sieri dalla texture leggerissima, soprattutto con funzione riparatrice) da massaggiare delicatamente. Niente da dire.
– Quinta tappa, i TRATTAMENTI. Creme leggere, oli, soprattutto sieri focalizzati per risolvere problematiche specifiche (invecchiamento, cicatrici da acne, discromie e quant’altro) da picchiettare delicatamente su volto e collo.
Qualcosina da dire qui ce l’avrei, soprattutto per le pelli che soffrono di dermatiti/reattive/acneiche, ovvero bisogna essere matematicamente certe che i vari ingredienti sovrapposti non creino allergie, reazioni o “soffochino” la pelle. Se questo non è il vostro caso, ok.
– Sesta tappa, le MASCHERE. La nostra amica coreana a questo punto, dopo che la pelle del viso e del collo avrà assorbito essenza, sieri e trattamenti, si fa una bella maschera idratante o nutriente. Se l’applicazione dei sieri essenza è considerata il cuore della routine, le nostre amiche considerano le maschere l’anima di tutta la questione.
Quante volte sorelle? Qui i pareri discordano, c’è chi lo fa tutti i giorni, chi 2/3 volte alla settimana, per i canonici 16/20 minuti.
Bah, qui siamo, a mio parere al “troppo stroppia”. Io ho sempre considerato le maschere come una extra care da fare una volta alla settimana, appena dopo la detersione e seguite da una buona crema idratante. Molto perplessa.
– Settima tappa, crema CONTORNO OCCHI. Niente da dire.
– Ottava tappa, CREMA IDRATANTE con lungo e delicato massaggio.
Qui, ribadisco le perplessità e i timori già espressi: la sovrapposizione di essenza, sieri, trattamenti, maschere e creme idratanti è decisamente “tanta roba”.
– Nona e ultima tappa, i SOLARI o LA MASCHERA DA NOTTE, una crema leave-on da tenere, appunto, per tutta la notte.
A parte la doppia detersione, tutta la routine si fa mattino e sera.
Dopodiche, l’amica coreana o giapponese sarà pronta per il trucco o per coricarsi.
Io sto studiando la questione da tempo e, a naso, credo sia decisamente troppo elaborata e “soffochi” la pelle caucasica, più sottile e meno “densa”di quella asiatica.
Mind you, io sono, come dice Chiara, maniacale nella cura della pelle ma mai come in questo caso credo davvero che “less is more”.
E voi, che ne pensate?

Noce e io (alla faccia della Korean Skincare)
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4 commenti
Laura
Vorrei vedere la pelle di una coreana standard, con e senza questa routine laboriosa. Ci sarebbero differenze?
Io non riesco a ravvisarne l’utilità, anzi come tu sottolinei, avverto un alto rischio di reattività.
Simonariv
Esattamente. Monitoravo YouTube da mesi e quando ho visto “guresse” nostrane parlarne entusiasticamente, ma soprattutto ho visto che Sephora ha abbandonato alcune marche (bareMinerals ad esempio) per far posto a un corner intero dedicato alla KS mi son detta, ok, è arrivata… parliamone perché nei prossimi mesi uscirà un florilegio di prodotti e martellamento mediatico.
Dagli INCI che ho visto da Sephora, brivido.
Laura
Una volta su una rivista specializzata ho letto un’informazione forse illuminante, le pelli asiatiche hanno una maggioranza di feomelanina cioè melanina giallastra e non marrone come la nostra, quindi se prendono il sole diventano ancora più gialle. Penso da qui venga la mania di scartavetrarsi ed ambire al diafano.
Simonariv
Questa è una spiegazione plausibile, grazie. Di fatto, vedo il marketing delle case produttrici fregarsi le mani per la quantità di prodotti che potrebbero potenzialmente vendere. Su YT le ragazze ne parlano entusiasticamente, qualcuna adattando la routine a detersione-tonico-siero-crema, chiaramente un innocuo clickbait, alcune lodando tutti e dieci gli step come il Sacro Graal. Per non parlare delle “bellezzare”… che non si degnano nemmeno di scrivere che forse/magari/chissà le pelli più reattive o problematiche potrebbero trarne nocumento. Nessuno che sollevi il benché minimo dubbio. Bah?!?!