I Fondamentali

FBL: sfatiamo un po’ di miti cosmetici: “non comedogenico” e “cosmeceutico”

Oggi ho voglia di toccare due claim molto usati dal marketing delle case cosmetiche: “non comedogenico” e “cosmeceutico”. Claim molto usati ma sui quali non è bene basarsi durante la decisione d’acquisto…

Non comedogenico

Mai fidarsi dei prodotti cosmetici che affermano di essere “non comedogenici” perché, proprio come per “ipoallergenico”, non ci sono standard o protocolli approvati dal Ministero che definiscano i parametri per l’utilizzo di questi due termini.

Senza linee guida o protocolli definiti, anche la crema idratante più spessa e grassa può affermare che “non ostruirà i pori” della vostra pelle!

Teniamo semplicemente a mente, come regola generale, che più è spesso il prodotto, più è probabile che possa ostruire i pori.

Se abbiamo la pelle grassa o tendente ad eruzioni acneiche, evitiamo i prodotti dalla consistenza “spessa” per privilegiare prodotti che abbiano una consistenza leggera: siero liquido, gel o comunque estremamente leggera. Generalmente, i prodotti con texture più leggere hanno meno probabilità di ostruire i pori o peggiorare gli sfoghi.

Cosmeceutico

Il termine “cosmeceutico” (una crasi fra “cosmetico” e “farmaceutico”) è stato inventato per descrivere prodotti cosmetici che dovrebbero contenere attivi in una percentuale più “forte”, rispetto ai cosmetici tradizionali.
La verità? È solo un altro termine di marketing senza regole, protocolli o standard alle spalle. Ciò significa che qualsiasi marchio può etichettare i suoi prodotti come cosmeceutici, indipendentemente da ciò che contengono.

Non esistono ingredienti di “grado cosmeceutico”.
Tutte le case cosmetiche hanno accesso agli stessi ingredienti, che possono contenere attivi solo fino a una determinata percentuale (pensiamo ad esempio agli acidi) e sono gli stessi utilizzabili da tutta l’industria cosmetica – ovviamente con costi diversi a seconda della percentuale che verrà utilizzata. Tutto li. Come azienda posso scegliere, ad esempio, di utilizzare un certo acido in percentuale dal 0,1% fino al – poniamo – 2%: i miei costi aziendali ovviamente varieranno, dunque sceglierò come formulare il mio prodotto anche a seconda della marginalità che voglio ottenere. Ma quella soglia, non posso oltrepassarla.

I cosmetici non sono farmaci!

Come li definisce la legge italiana? «sostanze diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o mantenerli in buono stato».

Se ne deduce che non possono vantare proprietà terapeutiche: i prodotti contro l’acne, per esempio, che hanno una funzione curativa, devono essere considerati farmaci e trattati come tali; le semplici creme idratanti no.

Solo una preparazione farmacologica, acquistabile su prescrizione medica, può contenere percentuali maggiori di attivi. Quindi perché dare al consumatore l’idea di stare acquistando un prodotto un po’ cosmetico e un po’ farmaco?

Acquistare prodotti solo perché leggiamo il termine “cosmeceutico” è il modo migliore per rischiare di sprecare denaro e non ottenere i risultati attesi.

LEGGETE L’INCI!

2 commenti

  • Teresa

    Ciao Simona ottimo articolo. Per quanto riguarda la questione “non comedogenico” pensa che il fondotinta PuroBio, per via della ricchezza di oli e nutrienti, risulta comodogenico sulla mia pelle mista. Ogni pelle è doversa e,forse, dovremo conoscerla meglio per non sbagliare nell’acquisto di un prodotto.

    • Simonariv

      Ciao Teresa, grazie per il tuo commento. Se guardi nella sezione “I fondamentali” troverai alcuni articoli sulla fisiologia della pelle. La conoscenza è il primo passo per costruire una “strategia di bellezza”. Bacini!

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