I Fondamentali

Chemioterapia e pelle.

Quando avevo 12 anni, mio padre si ammalò di cancro. Per i cinque anni successivi, gli interventi, le continue chemio e le radioterapie alterarono moltissimo il suo aspetto fisico, al punto che, lui che amava il mare sopra ogni cosa, si vergognava ad andare in spiaggia per sfuggire agli sguardi della gente.

Purtroppo nella mia famiglia e nella mia cerchia di amicizie il tumore è stato ed è una malattia ricorrente e, quando ho potuto, ho sempre cercato di aiutare la persona a riprendersi il suo corpo.

Infatti vedersi “come prima” e riconquistare voglia di vivere e fiducia in se stessi è un passo importantissimo che può contribuire fortemente al processo di guarigione.

Se siete vicini ad una persona sotto chemioterapia o se state affrontando questo infausto momento, probabilmente vi sentirete come se il mondo vi stia crollando addosso e, con tutta l’umiltà del mondo, voglio raccontarvi la mia esperienza nella speranza che vi sia di aiuto.

Innanzitutto, quando tutto sembra fuori controllo, è fondamentale attenersi a una routine quotidiana e continuare a seguirla senza mai lasciarsi andare.

Chiaramente la routine di cura della pelle durante la chemio non sarà uguale alla routine pre-diagnosi, questo perché molti prodotti di uso comune non vanno assolutamente usati durante la chemio.

In questo post, vedremo come la chemioterapia può influire sulla pelle, quali prodotti usare e quali non usare (e perché) e cosa aspettarsi dal post-chemioterapia.

Ovviamente, io non voglio ne posso sostituirmi ai consigli di un medico o di un dermatologo, che vi invito caldamente a consultare (ogni caso è diverso da un altro), bensì l’ho scritto con l’intento di condividere piccoli consigli e suggerimenti, purtroppo testati direttamente, su come gestire una nuova quotidianità.

Come la chemioterapia può influenzare la pelle

 Cosa è la chemioterapia? Per usare la descrizione di Wikipedia “La chemioterapia è la branca della farmacologia che sviluppa a fini terapeutici farmaci con capacità di distruzione quanto più mirata e selettiva possibile di manifestazioni biologiche patologiche”

La chemio può essere somministrata in vari modi: per via endovenosa, per via orale o addirittura per mezzo di creme.

Indipendentemente dal metodo di trattamento, la maggior parte della chemioterapia avrà notevoli effetti collaterali.

Alcuni di questi, come la caduta dei capelli, la perdita dei peli e l’indebolimento del sistema immunitario, sono noti a tutti, ma gli effetti della chemio sulla pelle e sulle unghie vengono poco discussi.

Generalmente, la chemioterapia fa diventare la pelle più secca e sensibile e soggetta a screpolature e spellature, ma anche più soggetta a bruciarsi durante l’esposizione al sole.

Le unghie possono diventare più scure, giallastre, oppure fragili e tendenti alla rottura o a sfaldarsi.

Naturalmente, quando abbiamo a che fare con importanti problemi di salute, la cura della pelle scende nelle nostre priorità, ma ci sono molti motivi per tener duro e mantenere la pelle sana durante questo periodo.

Ad esempio, la chemio sensibilizza e secca la pelle, che può diventare soggetta a eczema e prurito, fino a causare piaghe che possono infettarsi – e questa è l’ultima cosa di cui si ha bisogno in un momento già pesante di suo.

Quindi, curate la pelle applicando mattina e sera (ma anche durante la giornata, al bisogno) oli o creme idratanti dall’INCI semplice.

Ai maschietti suggerisco di radersi il meno possibile e se proprio non sopportano la barba, consiglio di usare un balsamo o un prodotto a base di olio invece della schiuma da barba e non usare assolutamente prodotti dopobarba a base alcoolica o profumati.

Idratare, idratare, idratare dentro e fuori (ma evitare di restare a mollo nel bagno, macerando la pelle). In generale, se possibile, indossare preferibilmente indumenti di cotone a diretto contatto con la pelle. Bevete molta acqua ma evitate caffeina e alcool.

Se, nonostante stiate curando adeguatamente la pelle, questa continua ad essere screpolata, sfaldata o desquamata e presenta prurito, gonfiore, piaghe o eruzioni cutanee, potrebbe esserci qualcosa di più di una semplice pelle secca.

La sindrome mano-piede (eritrodisestesia palmo-plantare) è un effetto collaterale comune della chemioterapia.

Anche se non è ancora chiaro cosa scateni l’eritrodisestesia, è certo che non esistono farmaci per curarla facilmente.

Tuttavia, un modo efficace per prevenirla, è proteggere mani e piedi da freddo, sole e vento.

I medici raccomandano anche di evitare di fare pressione sulle mani e sui piedi per una settimana dopo aver ricevuto il trattamento chemioterapico.

Un effetto collaterale comune nella radioterapia pelle è quello che i medici definiscono rossore radioterapico.

Si tratta di un “flushing” temporaneo, chiazze di rossore che si manifestano sulla pelle – generalmente sul viso e sul collo – come reazione alla dilatazione dei capillari sanguigni.

Un’altra mutazione che la pelle potrebbe subire durante la chemioterapia è l’iperpigmentazione.

L’iperpigmentazione è lo scurimento della pelle; può manifestarsi su tutta la pelle del corpo, ma ma più spesso si localizza in alcune aree: unghie, lingua, gengive e dita.

Alcuni farmaci possono causare lo scurirsi delle aree sotto pressione, ovvero parti bendate, mentre altri farmaci possono causare striature (bande iperpigmentate) nei capelli dei pazienti con capelli più chiari.

Infine, in caso di chemio endovenosa, le vene possono scurirsi.

Alcuni trattamenti possono invece causare la decolorazione della pelle.

La buona notizia è che nella maggior parte dei casi, l’iperpigmentazione di cui sopra che compare nelle prime 1-3 settimane di chemioterapia scompare circa 10-12 settimane dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia.

Purtroppo l’unica cosa che si può fare è idratare e aspettare che l’effetto delle cure passi: non sognatevi nemmeno di usare i prodotti a base di AHA o BHA o retinoico che normalmente si usano per le macchie della pelle! Causereste sì dei danni irreparabili su una pelle così sensibilizzata.

Ma torniamo al punto centrale: cosa evitare.

Tutti i prodotti contenenti alcool, profumi, parabeni, colori sintetici, ftalati, triclosan, SLS, SLES, AHA, BHA, retinolo, formaldeide, toluene e glicole propilenico,

1) Antiossidanti

Mentre gli antiossidanti possono essere ottimi per la pelle pre-chemio, gli antiossidanti possono interferire con le cellule durante la chemioterapia, il che li rende off-limit per i pazienti chemioterapici.

2) Oli essenziali

Mentre molte persone hanno avuto beneficio usando oli essenziali durante il recupero post-chemio (l’aromaterapia fa sempre bene), non si dovrebbero usare olii essenziali mentre si è sottoposti a chemioterapia.

Secondo Robert Tisserand, autore di Essential Oil Safety gli oli essenziali “possono proteggere le cellule normali dai danni collaterali, ma possono anche proteggere le cellule tumorali. La limitazione all’uso di oli essenziali è dunque appropriata”.

 3) Acquistare prodotti da terzisti (Amazon)

È già abbastanza complesso leggere e capire bene l’INCI e la qualità delle materie prime di prodotti di marchi affidabili, figuriamoci quando si tratta di acquistare da un “terzista” come Amazon.

Sappiamo tutti che su Amazon si vendono molte marche contraffatte di cui non possiamo avere alcuna certezza in termini di qualità e, se già non si dovrebbe lesinare normalmente quando si tratta di cura della pelle, in un periodo così difficile come quando ci si sottopone a una cura chemio o radioterapica, bisogna stare ancora più attenti a quali prodotti usiamo.

Acquistate sempre i prodotti o direttamente dal produttore o in catene e negozi affidabili.

4) Proteggersi dal sole

Cercate solari a protezione 50+ presenti nelle linee specifiche per pazienti oncologici e spalmatevi di solare SEMPRE, anche se piove, dopo la crema idratante,

I prodotti / ingredienti che è possibile utilizzare durante la chemioterapia

Come sostituire i prodotti di bellezza ora (purtroppo) inutilizzabili? Scegliamo prodotti delicati e idratanti. Imparate a leggere l’INCI e scegliete prodotti con INCI brevi, pochi ingredienti ma di altissima qualità.

1) Idratanti all’urea

Mentre la chemio colpisce tutti in modo diverso, un effetto estremamente comune tra tutti i pazienti è la pelle molto secca.

Non solo gli idratanti all’urea sono eccellenti (e sicuri) per prevenire e trattare la pelle secca, ma hanno anche dimostrato di aiutare a prevenire la sindrome mano-piede di cui abbiamo già parlato.

È stato anche dimostrato che gli idratanti all’urea riducono il prurito e l’aridità in modo più efficace degli idratanti a base di glicerina.

In genere è consigliata una crema al 10% di urea.

 2) Detergenti a base di olio o lozioni

Scegliete detergenti senza alcool, come abbiamo già visto, ma anche contenenti poca acqua. Meglio un detergente dove la quota lipidica sia elevata

Evitate le salviette struccanti: a parte gli ingredienti, lo sfregamento potrebbe causare spellature.

3) Unguenti curativi resistenti

Una pasta all’acqua senza nessun eccipiente sarà un’ottima barriera verso gli agenti esterni. Ci sono anche molti unguenti di origine naturale che mimano la vaselina. Anche il caro, vecchio burro di karitè purissimo può aiutare.

4) Olio di ricino

La caduta dei capelli e l’indebolimento delle unghie sono effetti collaterali normali della chemioterapia per la maggior parte dei pazienti.

Nonostante questo post sia focalizzato principalmente sulla cura della pelle, voglio menzionare l’olio di ricino come una grande opzione naturale e sicura per stimolare la crescita dei capelli e per rinforzare le unghie.

Massaggiate delicatamente l’olio di ricino sul cuoio capelluto, sulle sopracciglia, sulle ciglia e sulle unghie per aiutare a stimolare la crescita.

Post-chemioterapia: cosa aspettarsi dalla pelle

La buona notizia è che molti dei problemi si risolveranno un paio di settimane dopo aver finito la chemio.

Sfortunatamente, la battaglia con il cancro non si ferma sempre alla chemio.

In molti casi, finito il ciclo chemioterapico, verranno prescritti ancora una serie di farmaci e trattamenti e anche questi possono creare problemi alla pelle.

Molte donne che hanno attraversato la chemioterapia hanno purtroppo dovuto lottare con l’acne nelle fasi successive.

Altre donne hanno notato un cambiamento completo nella tonalità della pelle e hanno dovuto acquistare un nuovo fondotinta. E’molto probabile che si possa tornare a usare i prodotti usati pre-chemio, ma può succedere che la pelle subisca un cambiamento più o meno drastico e che quindi si debba rivedere la routine e il “parco prodotti”.

Sentirsi se stessi

Consiglio a tutte e tutti di radersi i capelli prima che cadano. Non aspettate di vedere le ciocche cadere giorno dopo giorno. Acquistate parrucche di buona qualità, turbanti e usateli da subito.

Comprate una buona matita possibilmente ecobio e imparate a disegnarvi le sopracciglia e a tratteggiare la linea delle ciglia.

Acquistate un balsamo labbra colorato senza profumo, oppure un pigmento minerale lip-safe da miscelare a un burrocacao senza profumo e usatelo come gloss e come blush.

Aggiungete un pizzico di fondotinta minerale più puro possibile alla crema idratante.

Cercate di ritrovare voi stessi.

Non perdete mai la vostra dignità, non lasciatevi andare, prendetevi doppiamente cura di voi stessi e trovate la forza amandovi. Amate questo corpo che sta combattendo e combattete con lui.

Il nemico è la malattia.

Se avete avuto esperienze personali dirette o indirette di trattamenti radio o chemioterapici, mi piacerebbe sapere come avete trattato la pelle e cosa ha funzionato (o cosa non ha funzionato) prima, dopo e durante i trattamenti.

2 commenti

  • Cristina

    Stralcio da un mio articolo

    Progetto Smile è stato ideato nel novembre 2011 da A.T.R.I. Onlus (Advanced Tricology Research International), sostenuto dalla Tricostarc e dalla Fondazione Prometeus Onlus, che da anni collaborano per realizzare diverse iniziative volte a promuovere e sostenere il “diritto alla bellezza” per tutte le donne affette da patologie tricologiche.

    In particolare, le tre realtà si muovono per garantire alle pazienti oncologiche il recupero della propria immagine corporea, che sembrerà scontato, ma è il caso di precisarlo, aiuta le pazienti a recuperare la propria autostima in un momento così difficile come quello delle terapie invasive a cui si devono sottoporre e del post cura.

    La perdita dei capelli, come ben saprete, è infatti una delle conseguenze delle cure chemioterapiche e rappresenta spesso un trauma per le donne sottoposte a tali terapie, ecco perché diventa importante, in un momento così delicato, poter usufruire di una parrucca che consenta di recuperare un poco di fiducia in se stesse.

    “Una parrucca che non copre e non nasconde ma accompagna e sostiene, trasformando il dolore in vibrazioni emotive positive e che diventa lo strumento che consente di riconoscersi allo specchio in un momento in cui è importantissimo e fondamentale non abbattersi e avere quella stima e fiducia in se stesse necessarie a lottare contro la malattia, a reagire con forza e determinazione”.

    Ciò significa anche offrire un sostegno concreto per far si che le protesi tricologiche vengano riconosciute come terapeutiche e quindi rese totalmente detraibili.

    In Lombardia ad esempio è previsto un contributo fino a 150 euro per l’acquisto di parrucche a seguito di terapie oncologiche, ma non ovunque ciò è possibile.

    Ed ecco che entra in gioco Progetto Smile che verte sulla possibilità di donare i propri capelli, utilizzati dalla Tricostarc per realizzare parrucche con costi notevolmente ridotti, destinate alle pazienti oncologiche che causa chemioterapia devono far ahimè i conti anche con la perdita dei capelli.

    Tra l’altro questo progetto ha un’origine dolcissima che vi voglio raccontare: tutto è infatti iniziato quando Giorgia, una bambina, inviò la sua treccia affinché un bambino meno fortunato di lei potesse ricevere una parrucca.

    Non solo ma Tricostarc e la Fondazione Prometeus Onlus hanno istituito nel 2012 la “Banca della Parrucca”, una catena di solidarietà attraverso la quale le parrucche, donate da donne che non ne hanno più bisogno, vengono messe gratuitamente a disposizione di altre donne che per motivi economici non possono permettersele.
    Mi sembra quindi corretto segnalarvi le modalità di donazione dei propri capelli (anche tinti, con meches o decolorati), se disponete di una lunghezza di almeno 25 cm: invio in una busta gialla a Tricostarc (Viale Libia, 38 – 00199 Roma) o alla Fondazione Prometeus Onlus (Via Emilio Longoni, 75 – 00155 Roma). E’ cosa gradita inserire nella busta lo “smile” ovvero una piccola dedica, che verrà consegnata alla persona che riceverà i capelli donati e volendo il proprio indirizzo e-mail per rimanere in contatto con la ricevente.
    Per chi non se la sentisse di donare i propri capelli (e lo capisco benissimo) o non avesse la lunghezza necessaria (come nel mio caso) è sempre possibile sostenere economicamente il progetto con una piccola donazione.

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