
La protezione solare 1/4 – perché dobbiamo proteggerci?
Una pelle molto abbronzata è, nel credo comune, una pelle sana.
Sbagliato.
E’ una pelle cotta. Il sole è fondamentale per la produzione della vitamina D, ma per questo bastano 15′ di esposizione al giorno, agli orari giusti (la mattina dalle 8 alle 10 e il pomeriggio dopo le 16).
Le abbronzature selvagge (preoccupante il diffondersi, soprattutto, nei paesi del Nord Europa di una patologia chiamata tanoressia, ovvero una dipendenza psicologica al sole per una errata percezione di sé stessi. Ci si vede sempre pallidi e l’esposizione diventa maniacale) possono danneggiare, a volte in maniera permanente, la nostra pelle e i nostri occhi: macchie, a volte talmente profonde da risultare quasi impossibili da eliminare, rughe, danni alla retina.
Quale protezione?
Io personalmente uso una protezione 50, in grado di contrastare soprattutto i raggi UVA, più penetranti rispetto agli UVB (quindi contenente ossido di zinco e biossido di titanio micronizzati) e non scenderei mai al di sotto di una 30.
Ci si abbronza lo stesso, fidatevi.
Oltre a una buona crema solare, : via libera a cappelli, occhiali, magliette, camicie per la montagna e costumi da bagno per il mare. Molti brand producono abbigliamento protettivo di buona qualità: fate un giretto da Decathlon o Sport Specialist
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