
La paidocosmesi: ovvero, come prendersi cura della pelle dei più piccoli
La paidocosmesi è un’industria ricca che fa leva sull’amore ma anche sull’ansia e sulla disinformazione di genitori e parenti.
Una manna per le aziende… ma è davvero così benefica per i nostri piccoli?
Cominciamo con il dire che l’offerta è vastissima e i prodotti sono reperibili ovunque: dalla farmacia, alla profumeria, agli ipermercati. Le puerpere ricevono in molti ospedali veri e propri kit per la gestione dell’igiene e della skincare del neonato.
Sono davvero utili?
Fisiologicamente, la cute del bambino è immatura sotto vari punti di vista:
- Immunologico
- Reattivo
- Endocrinologico
La stessa immaturità, rende la cute del bambino molto più esposta di quella dell’adulto, a tutti gli insulti esterni (sole, freddo, caldo, acqua, vento) ma anche ai prodotti che vengono utilizzati.
Prima del quarto anno di vita, le funzioni protettive e immunologicamente competenti, non sono pronte al normale funzionamento: in alcuni paesi, viene sconsigliata l’esposizione solare prima dei due anni di vita. Oltre agli appositi solari, viene caldamente raccomandato l’uso di filtri ‘meccanici’: cappelli, magliette e calzoncini realizzati in materiale anti UVA/UVB.
Inoltre, nonostante tutti i bambini abbiano fisiologicamente la pelle secca, vengono sottoposti ad una ritualità cosmetica da adulti:
- Bagnetto
- Shampoo
- Detersione a ogni cambio di pannolino
- Applicazione di creme e/o paste protettive, anti-infiammatorie, impermeabilizzanti
- Applicazioni di polveri e/o talco ad azione assorbente
- Applicazione di profumi!!! (NDR: cosa c’è di più buono al mondo dell’odore naturale della pelle di un neonato?)
- Applicazione di filtri solari
In realtà, il neonato, non ha bisogno di molto!
Come orientarsi?
Innanzitutto, ridurre il numero dei bagnetti, consigliando prodotti contenenti tensioattivi delicatissimi. Ad esempio l’amido di riso bio può essere usato al posto dei saponi perché deterge la pelle in maniera delicata, lasciandola morbida e pulita. Può essere anche applicato direttamente sulla cute, come sostituto del talco, sfruttando le sue proprietà lenitive e assorbenti.
- Evitare l’applicazione di profumi.
- Evitare prodotti contenenti petrolati (paraffina, vaselina, mineral oil), siliconi, EDTA, glicole propilenico, PEG, DEA, MEA, TEA.
- Evitare l’uso delle paste e/o delle creme all’ossido di zinco a scopo preventivo. Usarle invece in caso di irritazione.
- Evitare l’uso delle salviettine inumidite (sono spesso un concentrato dei peggiori ingredienti!).
- Se necessario, dopo il bagnetto e a pelle umida, prediligere creme idratanti a base naturale contenenti oli emollienti, burro di karitè, estratto di avena, glicerina.
- Se vi piace molto il talco, ricordate che in forma libera è sotto esame della FDA per inalazione, dunque applicatelo senza sollevare polveroni.
Al cambio del pannolino può essere sufficiente anche solo l’acqua e un po’ di olio di riso, ricco di gamma orizanolo, o di girasole che può essere usato al posto dei saponi perché deterge la pelle in maniera delicata, lasciandola morbida e pulita.
I pannolini.
Il pannolino tradizionale è composto da materiali plastici, derivati del petrolio, e da tessuti non tessuti, anch’essi di natura sintetica.
Non c’è niente di meno biodegradabile di un pannolino per neonati!
Esiste la possibilità di sostituire il materiale sintetico/plasticoso, con sostanze derivate dal mais e dagli zuccheri (amidi) ed estratti dai cereali.
All’interno di essi è possibile inglobare cotone e/o cellulosa, proveniente da coltivazioni controllate (non OGM).
I gel sintetici, a potere assorbente, possono essere sostituiti con gel vegetali.
Basta cambiare più spesso il pannolino, si ottengono le stesse performance di un pannolino tradizionale.
Un pannolino così concepito, diventa un prodotto ecodermocompatibile:
- Affine alla cute
- Biodegradabile in discarica.
- In caso di incenerimento, non produce diossina
I tessuti naturali, in particolare il cotone, meglio se certificato, sono da privilegiare per il contatto diretto sulla pelle del bambino.
Per concludere:
- No a inutili terrorismi
- Si a serie prese di coscienza
Ma soprattutto… imparare a leggere l‘INCI dei prodotti!
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