I luoghi e i protagonisti della bellezza

Saicosatispalmi “compie” 15 anni: due chiacchiere con Barbara Righini, la pioniera del bio in Italia

Saicosatispalmi, il primo negozio ecobio in Italia, compie proprio oggi 15 anni. Conosco Barbara Righini da tempo immemore e voglio celebrare con questa intervista tutto il suo percorso che ha aperto la strada a molte altre realtà.

Barbara ha cominciato il suo “bioviaggio” in anni di grande fermento, di grande studio, di grande ricerca, in anni in cui la “community bio” era veramente un luogo di confronto continuo e di reale crescita, ma anche anni in cui sul mercato esistevano pochissimi brand realmente validi.
Già allora il marketing aveva capito la potenzialità del settore e, forte della non conoscenza dei consumatori, si trovavano certe bufale che potevi farci le mozzarelle.
L’approccio intelligente di Barbara – tra le altre cose, ha infatti subito intuito che era necessario continuare a formare e informare le persone con un blog e con un forum – tuttora attivo – aperto al dialogo e al confronto – la grande intuizione della necessità di andare oltre alla semplice vendita di un prodotto e di basare i suoi suggerimenti sulla reale vita della persona oltre che sulle esigenze di pelle che l’ha spinta a studiare e diventare counsellor, lo studio continuo con figure chiave nel mondo della chimica e della dermatologia, fanno di lei un riferimento per tutti coloro che, con sincerità e passione, vogliono entrare in questo mondo.
Concludo questa lunga intro, con le parole di Barbara in risposta alla domanda “Cosa significa per te ecobio”, che racchiudono a mio avviso tutta la sua cifra filosofica.
”Non serve a niente comprare un prodotto ecobio se mi disinteresso di cosa mangio, di come mi relaziono agli altri, di avere un rapporto pieno con me stessa.
Ecobio è anche l’approccio alla bellezza, al proprio corpo, accettarsi per come si è e occuparci di noi perché ci amiamo, non perché ci odiamo e ci vorremmo diverse.
Ecobio è tutto questo.
Ti ho risposto?”

Si, Barbara, mi hai risposto. E ti ringrazio.

Auguri Saicosatispalmi!

Barbara Righini “Impresa in Rosa”
1. Come è nato il tuo interesse per il mondo ecobio
2. Dove ti sei “formata”
3. Quando hai pensato di aprire il tuo “ecosistema”
4. Quando hai deciso di fare una tua linea
5. Cosa significa per te la parola ecobio
6. Quanto conta l’etica nelle scelte che fai
7. Sei soddisfatta di come è cresciuto il tuo pubblico insieme a te
8. Progetti futuri

Cara Simona, grazie per queste domande molto interessanti e specifiche. Cercherò di rispondere in modo sintetico, perché sono argomenti su cui potrei parlare ore, data la vastità delle implicazioni che contengono.

Vado per ordine:

1. Correva l’anno 2000 o forse 99 non ricordo bene. Avevo 25 anni e ho cercato su google (esisteva già google? Forse era yahoo) “cosmetici naturali” perché ero in quell’età in cui, mediamente, cominciamo a renderci conto che la pelle va trattata bene. Desideravo già, senza sapere niente di quello che avrei imparato poi, prodotti che fossero il più possibile vegetali.  Perché? Perché ero da sempre attenta all’ecologia, legata alla natura, distante da logiche industriali tossiche. Ho avi contadini, sarà anche per quello. Fatto sta che sono finita sui forum di Promiseland, uno in particolare, che all’epoca si chiamava “Biodegradabilità e prodotti ecocompatibilI”. Lì ho incontrato Fabrizio Zago e il suo immenso lavoro di divulgazione sulle sostanze di cosmetici e detersivi.

Mi si è letteralmente aperto un mondo. Quando ho trovato il suo forum ancora non aveva ideato il biodizionario – nota bene che adesso non collabora più a Promiseland ma ha il suo nuovo dizionario aggiornato su Ecobiocontrol.bio – e quindi eravamo un gruppetto di persone che non faceva che leggere gli ingredienti dei prodotti che aveva in casa, postarli, e ricevere grandi batoste, dato che di eco c’era davvero ben poco. Quando poi è arrivato il dizionario cosmetico, apriti cielo! Non si salvava quasi niente.
Ecco, mi sono interessata così tanto all’argomento perché mi sono sentita presa in giro, come consumatrice e come donna. Mi sono sentita presa in giro perché i prodotti “naturali” non lo erano; perché tantissimi millantavano proprietà che non avevano; moltissimi avevano contenuti di attivi vegetali irrisori. Ho capito che il marketing governava tutto e che era necessario per me un cambiamento. Sono seguiti anni di continui confronti, eravamo una comunità in grande fermento, ti ricordi? 😉 Anni in cui cercavo prodotti decenti con scarsissimo successo, ma con  molta determinazione.

2. Come sai ho una formazione assolutamente umanistica. Credo sia questo che mi ha portato al lavoro di diffusione di questi argomenti e al desiderio di fare comunità. Quindi tutto quello che ho imparato di “scientifico” l’ho appreso da Fabrizio Zago, dalla compianta dott.ssa Riccarda Serri, e continuo ad apprendere confrontandomi sempre da chi lavora nel campo con cognizione di causa, come la dott.ssa Maria Elena Setti di Pelle.bio, che realizza la mia linea, dalla dott.ssa Pucci Romano di Skineco, con cui collaboro, e tanti altri. Quello che però, per me, ha fatto e fa la differenza, è la costante verifica pratica. All’inizio solo sulla mia pelle, poi sulla pelle di centinaia di clienti. Questo è impagabile, perché la teoria se non la si vede in opera resta vuota. Sono una donna estremamente concreta, ho bisogno di vedere cosa succede nella pratica per fidarmi di una teoria. Questa è la mia “cifra”, i miei suggerimenti sono sempre molto basati sulla reale vita della persona che me li chiede, per esempio, oltre che sulle esigenze di pelle.
Questa mia indole mi ha portata a formarmi come counselor, ormai 6 anni fa. Da quando mi sono diplomata counselor, ho modificato progressivamente il mio approccio nella relazione con le clienti (e i clienti, anche se percentualmente sono di meno), costruendo letteralmente la beauty routine su misura per loro. L’aspetto umano della questione, c’è poco da fare, è sempre quello che più mi interessa.
3. Mah non avrei mai pensato diventasse “ecosistema”, erano tempi davvero diversi da ora. Ora se volessi aprire un negozio online avrei bisogno di investimenti consistenti in pubblicità per farmi conoscere; all’epoca esistevo praticamente solo io come negozio multimarca di cosmesi ecobio. Sono stata la prima, ma i tempi erano maturi perché mi hanno seguita a ruota altri negozi nel giro di pochi mesi. Comunque nel 2005, dopo 5 anni di studi e ricerche, avevo deciso che tutte le informazioni che Fabrizio dava erano troppo importanti per rimanere relegate in un angolino del web. Così ho creato Saicosatispalmi.org. Adesso l’ho messo offline perché non riesco ad aggiornarlo come vorrei, ma ho lasciato visibile il forum, tuttora super-visitato, dove ci sono migliaia di prodotti i cui ingredienti secondo nomenclatura inci sono stati analizzati su ecobiocontrol.bio.

Dopo un anno, ho sentito l’esigenza di portare ovunque in Italia cosmesi “pulita” e ho aperto il negozio saicosatispalmi.com, che quindi oggi, 27 marzo, compie esattamente 15 anni! Sai quanti brand avevo quando ho aperto? Quattro. Roba che adesso fa ridere, ma per trovarli! Una fatica! Due di questi li tratto ancora.

4. Ho deciso di fare la mia linea poco dopo aver aperto lo shop online. L’ho desiderata un po’ per metterci dentro la mia filosofia. Un po’ per rendere ancora più speciale la mia proposta commerciale. La linea saicosatispalmi è come me: pochi attivi ma estremamente specifici e funzionali. Basi che sono attive loro stesse. Multifunzionalità, flessibilità, capacità di adattarsi, mixando i prodotti, praticamente a tutti. Zero profumo per essere inclusiva verso gli allergici. Una linea con molta sostanza ma discreta, che non fa rumore. Insomma mi rispecchia appieno.
5. La parola ecobio che, lo ricordo, non è normata ma è un modo che si è consolidato per indicare un certo tipo di cosmesi, per me è qualcosa che sì riguarda un cosmetico ma riguarda anche uno stile di vita. Ecologico è sia quell’ingrediente che rispetta di più l’ambiente, sia quel modo di porci con gli altri, rispettando noi stessi e loro. Ho una visione molto olistica del benessere, che a me piace chiamare Bell’essere come il titolo della rubrica “Appunti di Bell’Essere” che gestisco come counselor sul sito della scuola in cui mi sono formata. Non serve a niente comprare un prodotto ecobio se mi disinteresso di cosa mangio, di come mi relaziono agli altri, di avere un rapporto pieno con me stessa.
Ecobio è anche l’approccio alla bellezza, al proprio corpo, accettarsi per come si è e occuparci di noi perché ci amiamo, non perché ci odiamo e ci vorremmo diverse. Ecobio è tutto questo. Ti ho risposto?
6. L’etica conta anche troppo! Se contasse meno sarei ricca :DPerò provo a spiegare: a me non basta l’etichetta “pulita”. Quello poteva bastare dieci o quindici anni fa, dove già solo trovarne una così era un miracolo. Adesso che i cosmetici ecobio sono diffusissimi, a me interessa guardare le formule, il prezzo proporzionato a ciò che si offre, il tipo di comunicazione aziendale – ricordi? Anche la comunicazione può essere ecobio o no -, il tipo di rapporto che il fornitore instaura con me cliente. E su questo ne avrei da dire! Ma non tutto può essere reso pubblico ^_^

L’etica che cerco è anche quella che offro. Non ho problemi a dire pubblicamente, perché tanto le mie clienti possono smentire quando vogliono, che spesso faccio desistere una persona dall’acquistare un prodotto in più, se credo che sia inutile. Less is more e io preferisco una cliente felice, che usa quello che ha comprato fino in fondo con gioia, ad una che spende tanto ma si sente sempre manchevole, rincorre un ideale di bellezza che non esiste e ha per compagno il senso di inadeguatezza. Credo nella sorellanza. Ovviamente vale anche per i miei clienti uomini, ribadisco che parlo al femminile per questione di praticità e di statistica 😀

7. Questa è una domanda difficile. Non lo so. O meglio: chi è ancora in contatto con me dopo tutti questi anni spesso mi ringrazia perché attraverso il mio lavoro ha modificato il modo con cui sceglie i prodotti e con cui si occupa della propria pelle, acquisendo più autonomia e capacità di discernimento. Ecco di questo concedetemi di essere super-orgogliosa.
Ma ho capito che dopo tutto questo tempo, ci sono nuove “generazioni” che 20 anni fa non usavano il pc e ora sì, perché tutto è cambiato con i social, che sono ancora più confuse di quanto fossimo noi, dato che si sono moltiplicate le informazioni. La difficoltà oggi è ancora più alta perché tutto questo rumore di sottofondo ci allontana dal vero scopo: fare del bene a noi salvaguardando il pianeta. Per riuscire ad arrivare a questo, bisogna davvero mettersi in ascolto profondo con noi, col nostro corpo, con i nostri desideri autentici: la pelle ci parla, ma noi non siamo capaci di ascoltare.
8. Ho progetti che al momento non posso svelare, ma diciamo che hanno a che fare con la formazione. Che ne dite? 😉

Grazie Simona per questa intervista. Rispondendoti ho ripercorso un viaggio davvero lungo, mi sono ricordata di tanta vita. Se fosse anche un viaggio che si conclude domani, sarei felice di averlo vissuto. Cosa c’è di meglio di questa sensazione?

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